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Nell'ultimo decennio, le persone con sindrome di Down sono passate dall'essere recettori passivi di carità a diventare partecipanti attivi alla vita della comunità, cittadini responsabili, titolari di diritti e doveri.
Un tempo accudite in contesti di gruppo isolati dalla comunità, o in casa, presso le famiglie, oggi, nella maggior parte dei casi, queste persone hanno la possibilità di scegliere una vita molto diversa.
Perciò, se rimangono isolate, se vengono escluse, come chiunque altro, tendono a sviluppare e manifestare vissuti depressivi e si involvono, perdendo le competenze sviluppate in precedenza.
Grazie al contributo di FCN e di quanti hanno creduto nell’importanza del progetto, dal mese di novembre 2018 a giugno 2019, 30 persone con sindrome di Down e le loro famiglie (genitori, fratelli/sorelle, nonni) hanno beneficiato di un supporto pedagogico, psicologico, educativo e sociale, tramite incontri di gruppo e individuali proposti da un'équipe composta da un neuropsichiatra, una psicologa e una pedagogista.
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