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La vicenda professionale di Aldo Beldì attraversa e segna la storia nazionale del secondo Novecento. Dal suo studio novarese, l’illustre grafico e pubblicitario non solo è protagonista degli anni del boom economico, grazie alle sue collaborazioni con imprese di primo piano dei più diversi settori dell’industria italiana (agro-alimentare, elettrodomestici, giocattoli, editoria, immobiliare), ma lascia una traccia significativa anche nel mondo della cultura, firmando manifesti per spettacoli teatrali e per il cinema. Testimone di questa storia e, soprattutto, della molteplicità dei suoi interessi e della sua attenzione per i costumi e le vicende politiche e sociali del suo tempo è il suo archivio personale, donato nel 2001 all’Archivio di Stato di Novara dal figlio Paolo. Si tratta di una collezione ancora sconosciuta, ricca e composita, costituita da bozzetti, manifesti, appunti, ritagli e documentazione amministrativa. Scopo del progetto è ordinare questo materiale, inventariarlo e, laddove possibile, digitalizzarlo, perché possa rappresentare lo spunto per nuovi progetti di ricerca e di divulgazione storica.
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