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Esiste una sorta di muro che separa l’esperienza terapeutica della diversabilità dall’esperienza ludica.
Il progetto realizzato dalla Scuola di Musica Dedalo si proponeva abbattere questa barriera e di utilizzare la musica, la danza e il teatro per estendere il tempo della terapia anche nel tempo libero, partecipato dalla famiglia, dai compagni di classe e dalla comunità educante.
L'obiettivo era offrire un percorso non medicalizzato, che, oltre alla musicoterapia, potesse includere anche i movimenti della danza e del teatro, e potesse svolgersi in uno spazio accogliente e allestito in modo da poter essere condiviso da genitori e giovani disabili o con difficoltà comportamentali, relazionali ed emotive.
Tra dicembre 2019 e dicembre 2021, a causa delle conseguenze determinate dall'irruzione della pandemia SARS-CoV-2, si è reso necessario riadattare questo disegno originario, affiancando ai momenti in presenza, gestiti nel massimo rispetto dei protocolli di sicurezza, anche momenti a distanza.
In questo modo, è stato possibile raggiungere 60 famiglie e 40 giovani in difficoltà, che, anche grazie all'erogazione di sostegni economici e borse di studio, hanno potuto beneficiare di interventi sia a scopo preventivo sia a scopo terapeutico.
Fra i risultati raggiunti dal progetto, va annoverato anche il rafforzamento della rete di collaborazione con alcune realtà del territorio che si occupano di disabilità ed età evolutiva (ANFFAS Novara, Associazioni Il Timone e Liberi di sorridere, il Centro diurno di Trecate, il Centro residenziale Villa Varzi di Galliate, il CISA Ovest Ticino, e alcune scuole dell'infanzia di Novara).
Centrato anche il proposito di sviluppare il modello di intervento proposto, con l'istituzione di un'équipe che affianca alla figura del musicoterapeuta, anche danzaterapeuti, pedagogisti e psicologi, per realizzare interventi che non si propongano finalità esclusivamente terapeutiche, ma puntino ad affermare la base di benessere individuale necessario proprio alla buona riuscita della terapia.
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