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Della chiesa parrocchiale di San Mamante di Cavaglio D'Agogna, consacrata dal vescovo Bascapè nel 1596, non si conosce l'epoca certa di costruzione.
L'edificio, in origine alquanto modesto, a partire dalla metà del XVIII secolo subisce importanti interventi di ristrutturazione, che lo portano, tra il 1728 e il 1732, ad assumere le sue fattezze attuali. Le sue dimensioni raddoppiano, soprattutto nel senso della lunghezza e gli altari diventano cinque, due per lato, oltre all'altare maggiore, realizzato proprio a conclusione dei lavori di ampliamento.
La seconda cappella di destra è detta degli Agonizzanti o di San Giuseppe. Il nome si deve al tema riprodotto sul quadro collocato sopra l'altare ligneo, raffigurante la Morte del Giusto protetto dal santo.
Il progetto si è proposto proprio di restaurare la tela e l'altare ligneo, che gli fa da cornice, grazie alle due colonne tortili laterali, sormontati da una trabeazione che reca al centro la colomba dello Spirito Santo con raggi e due puttini ai lati.
Dopo una prima fase di interventi focalizzati proprio sul restauro della tela, con le operazioni di pulitura ed eliminazione delle toppe e delle ridipinture, si è proceduto a smontare integralmente l’altare ligneo, a eseguire le opportune stratigrafie e, in accordo con la Soprintendenza, a rimuovere le tinte soprammesse, per riportare alla luce le coloriture originali, ricche di oro, argento e finti marmi variopinti.
La comunità di Cavaglio D’Agogna, che ha sostenuto il progetto con centoquaranta donazioni, è stata aggiornata sulle singole fasi del restauro, in loco, grazie all’uso di pannelli esplicativi, e, sui social, attraverso foto e video che illustravano l’andamento dei lavori. Sono state organizzate serate dedicate ed eventi di raccolta, mentre, nel corso del catechismo e del Grest estivo, è stata spiegata ai più giovani la storia della chiesa e il senso del tema rappresentato nel dipinto.
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