Fondazione Comunità Novarese onlus arriva in aiuto alle sedi di Novara dell’Opera Don Guanella; sedi che, a oggi, contano una comunità per minori, alloggi per neomaggiorenni in uscita dai percorsi comunitari, laboratori educativi e formativi per minori e un centro diurno per minori con gravi difficoltà famigliari in fase di avvio.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-2019 sta avendo un impatto molto significativo su queste realtà. Nei servizi residenziali le misure da mettere in atto sono molteplici, per tutelare sia gli ospiti sia gli operatori che cercano di proteggere la sicurezza e il benessere fisico e psicologico dei beneficiari.
“Tutte le attività all’esterno sono state sospese – dicono dall’Opera Don Guanella – e abbiamo ridotto, il più possibile, le turnazioni per una maggior tutela. Gli ospiti, purtroppo, stanno vivendo con preoccupazione la situazione e vediamo le loro fragilità incrementarsi ogni giorno di più. Per questo abbiamo pensato ad un supporto psicologico per aiutarli in questo momento e, poi, sostenerli nella fase di ripartenza. Facciamo il possibile per dare segnali di speranza, valorizzando il concetto del “prendersi cura” e, naturalmente, questo comprende anche metodologie di intervento e utilizzo di dispositivi e prodotti per rendere sicuri gli ambienti in cui vivono”.
FCN ha scelto, quindi, di sostenere, grazie alle risorse raccolte sul Fondo Emergenza Coronavirus, il progetto “Fermarsi non si può…” e agire in aiuto dell’Opera Don Guanella donando una serie di dispositivi di protezione individuale per beneficiari (circa 30) e operatori, beni di consumo utili alla cura e alla sanificazione degli ambienti e supportando, con un contributo che ne copre interamente il costo, l’attivazione di un supporto psicologico per rielaborare traumi e paure che stanno emergendo, così da avere uno sguardo sul futuro più consapevole e, il più possibile, sereno.
“Abbiamo valutato positivamente questo progetto – commenta il Presidente FCN Cesare Ponti – che mira a supportare la gestione del momento di crisi e impostare la messa a sistema di procedure di sicurezza per beneficiari e operatori. Il concetto del “prendersi cura” della comunità o di alcuni suoi segmenti ci è molto caro e crediamo fortemente che sia indispensabile, oggi, pensare alla cura del corpo e, contemporaneamente, alla cura della mente perché ogni individuo è frutto delle due dimensioni e ad entrambe si deve dare importanza per ricostruirsi e, domani, ripartire”.